- by Jessica C.
- Agosto 7, 2025
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ToggleSARDEGNA | ITINERARIO, CONSIGLI, LUOGHI PER SOGNARE
C’è un momento preciso in cui inizia una vacanza. Non è quando chiudi la porta di casa, ma quando i tuoi occhi vedono qualcosa di nuovo e il cervello, finalmente, stacca la spina.
Il mio “momento X” è arrivato davanti alla cupola colorata della chiesa di San Michele che brillava sotto il sole di Alghero, con il profumo del mare che mi riempiva i polmoni.
Era l’inizio di una settimana in Sardegna on the road tra fine giugno e inizio luglio, un viaggio che mi ha lasciato il cuore in subbuglio e la valigia piena di sabbia (e di qualche bottiglia di vino, ma questa è un’altra storia).
Pronti a salire in macchina con me?
7 GIORNI IN SARDEGNA | TAPPE GIORNO PER GIORNO
Giorno 1. Alghero e Punta Giglio | Tra arte, bastioni e panorami sul mare
Appena arrivati ad Alghero è subito amore. Parcheggiamo in Piazzale della Pace (ci sono anche strisce bianche, segnatevelo!) e ci tuffiamo tra i vicoli della città vecchia, sotto ai bastioni imponenti che profumano di sale e di storia. Proprio qui, in una piccola bottega d’arte, trovo un quadro che sembra aspettare solo me, con i colori del mare sardo. So già che appeso nella mia casetta al mare (a Igea Marina, ve ne ho già parlato qui, nd.r.) mi ricorderà per sempre di questo inizio perfetto.
Pranziamo letteralmente sospesi sul mare, su quei bastioni da cartolina, con due gabbiani cicciottelli appollaiati sul muretto che ci fissano con aria di sfida, sperando in una patatina.
Nel tardo pomeriggio, con una navetta elettrica, saliamo verso il Rifugio di Mare , la meravigliosa struttura immersa nel Parco Regionale di Porto Conte che ci ospiterà stanotte . La vista sul golfo è da togliere il fiato e, nonostante un caldo che sconsiglia i sentieri da trekking più impegnativi che ci circondano, l’atmosfera è pura magia. Ceniamo qui, con un rosé locale che sa di buono e la promessa che domattina, prima di colazione, una volpe si farà vedere. Spoiler: qualcuno si è svegliato all’alba e l’ha incontrata, ma quel qualcuno, ovviamente, non sono stata io. Sigh.
Giorno 2. La Grotta di Nettuno e Oristano | 641 gradini, 42 gradi
Il tentativo fallito di avvistare la famosa volpe di cui sopra, si traduce in una passeggiata sotto il sole cocente e una bella sudata. Missione del giorno: raggiungere la Grotta di Nettuno. Per farlo, bisogna conquistarsi l’ingresso scendendo l’Escala del Cabirol: 641 gradini aggrappati alla scogliera a picco sul mare. Una fatica? Sì. Ne vale la pena? Assolutamente sì. La grotta all’interno è maestosa, soprattutto la Sala Organi, caratterizzata da stalattiti e stalagmiti che ricordano le canne di un organo gigante e che si affacciano su un lago salato creando riflessi pazzeschi. Un consiglio spassionato: prenotate online, soprattutto in alta stagione, per avere la garanzia di entrare! Qui trovate il link al sito ufficiale
Con 42 gradi percepiti, attraversiamo Bosa solo in macchina, ma mi resta impressa: quel fiume che la taglia in due e le casette colorate che si specchiano sull’acqua la rendono così diversa dal resto dell’isola, quasi una Comacchio capitata lì per caso, e mi appunto mentalmente di inserirla in un eventuale prossimo itinerario qui per esplorarla più a fondo. Per un po’ di refrigerio ci fermiamo alla spiaggia di sabbia banca di Putzu Idu. L’acqua è limpidissima ma freddina, comunque perfetta per riprendersi dal caldo. (Giugno sta finendo, e qualcuno dei miei compagni di viaggio giura che dal 1 luglio anche la temperatura dell’acqua cambierà n.d.r.)
Arriviamo in serata a Oristano piuttosto stanchi. Il nostro b&b, “La Casetta”, è un nido super carino in pieno centro. Bastano due passi per capire che questa città è una piccola perla: palazzi storici che si affacciano su una via principale decorata con ceramiche colorate e un’installazione di luci che di sera simula un cielo stellato.

Giorno 3. San Salvatore di Sinis, Tharros e Porto Flavia | Pistoleri, archeologia e faraglioni
Avete mai sognato di essere i protagonisti di un film western? A San Salvatore di Sinis potete farlo! Questo minuscolo borgo, con le sue casette basse e la terra arida, è stato davvero il set di alcuni “spaghetti western” e noi non ci siamo fatti pregare: abbiamo passato una buona mezz’ora a fare finta di essere pistoleri tra le vie deserte. divertendoci moltissimo!
Da lì, abbiamo fatto una capatina a Tharros per ammirare la vista incredibile dalla sua torre aragonese che si affaccia sul sito archeologico e su una lingua di sabbia bianchissima che si tuffa in un mare cristallino. La voglia di fare il bagno è tanta, ma i ritmi sono serrati. Giusto il tempo per un pranzo al volo e poi via, a tutta velocità verso Porto Flavia, opera di archeologia industriale stupenda: un porto di imbarco per il materiale estratto dalle miniere circostanti realizzato nel 1924.
Scendere in questa galleria a picco sul mare è un’esperienza unica. Dentro c’è un freschino meraviglioso e la vista che si apre all’improvviso sul faraglione di Pan di Zucchero è una delle cose più belle viste in vita mia. Qui il link per prenotare la vostra visita
Arriviamo in serata a Sant’Antioco. Un tuffo nella piscina del bellissimo hotel Mercury e poi a piedi fino alla spiaggia di Maladroxia, un’altra meraviglia di sabbia fine a pochi passi dalle nostre stanze. Ceniamo al Cafè Maladroxia con una meravigliosa vista mare, mentre il sole tramonta e tinge il cielo di rosa e lilla.
Giorno 4. Gita in Gommone a Sant’Antioco e serata a Carloforte | Capitani per un giorno
La giornata inizia con un unico desiderio: fare un giro in barca. Gli orari standard delle escursioni in partenza dal porto turistico di Sant’Antioco (9-13 o 14-18) non si incastrano con i nostri orari e stiamo quasi per rinunciare, ma siccome è vero che la fortuna aiuta gli audaci, troviamo un ragazzo che ci noleggia un gommone per 4 ore a partire dalle 11:30. Perfetto! Tappa al supermercato per acquistare acqua e un po’ di frutta e siamo pronti a salpare.
Il mare è una tavola blu. Ci godiamo il silenzio, il sole sulla pelle e un paio di soste bagno indimenticabili: prima alla spiaggia di Coaquaddus e poi, superata la scogliera di Capo Sperone, di fronte alla magica Grotta delle Sirene.
Dopo un po’ di meritato relax in piscina, prendiamo il traghetto da Calasetta (un amore di paesino bianco e azzurro) per andare a cena a Carloforte, sull’isola di San Pietro (qui il link al sito della compagnia Delcomar con gli orari dei traghetti)
A Carloforte ho un ennesimo colpo di fulmine: è elegante, colorata, un po’ ligure e un po’ isolana, con quattro ficus giganteschi che dominano la piazza principale, sotto ai quali i vecchietti del posto chiacchierano seduti sulle panchine. Ceniamo al ristorante Da Nicolò con vista sul porto e un menù pazzesco, ve lo consiglio assolutamente.

Giorno 5. Dune di Porto Pino e Villasimius | Sabbia bianca e sogni di una vita vista mare
Le Dune di Porto Pino sono un piccolo deserto di sabbia che si affaccia su un mare turchese. Passiamo la mattinata tra bagni rinfrescanti e riposo. La sera ci spostiamo a Villasimius, un paesino delizioso pieno di negozietti e ristorantini eleganti. Ceniamo da Baccusardus con un tagliere di prodotti tipici che è la fine del mondo e, complice la consapevolezza che la mia vacanza in Sardegna stia per finire, tra un bicchiere di vino e l’altro, arrivo addirittura a sognare di avere una casetta qui. Una di quelle con vista mare e abbastanza grande per ospitare i miei cani e gli amici. Uno di quei sogni che sai già che difficilmente si realizzeranno, ma che è bellissimo fare.
Giorno 6. Cantine Argiolas e Torre delle Stelle | In vino veritas e nostalgia preventiva
Se siete amanti del vino, le Cantine Argiolas sono una tappa obbligata. Facciamo una visita alla bellissima cantina seguita da una degustazione di vini accompagnata da un tagliere di prodotti sardi spettacolare. Qui scopro la mustela, una salume dal sapore intenso che crea letteralmente dipendenza, e la sapa sarda, uno sciroppo denso e dolce ottenuto dalla cottura lenta del mosto d’uva. Usciamo allegri, felici e con una bella scorta di olio e vino.
Il pomeriggio lo passiamo sulla spiaggia di Torre delle Stelle. L’acqua è una piscina naturale, calda e trasparente. Tra un bagno e l’altro, mi ritrovo a guardare questa spiaggia con una sorta di nostalgia preventiva, la malinconia per un posto che sento già un po’ mio, pur sapendo che non è “casa”. Certo che detto da una come me, che si stanca di stare in un posto a lungo ovunque esso sia, è una grande dichiarazione di amore!
La giornata si conclude nel modo più perfetto possibile: cena pieds dans l’eau al Lido Tamatete, dove all’ingresso un cartello recita: “if you’re not barefoot you’re overdressed”. E’ il tramonto, il mare diventa color lavanda e si confonde con il cielo, la fregola è da urlo, le loro patatine fritte una droga e il dolce “Esplosione” un capolavoro di cui non posso parlarvi, che altrimenti vi rovino la sorpresa. Super consigliato!

Giorno 7. Jana Beach, un giro col sup e una pizza con stile | L’ultimo tuffo
L’ultimo giorno la parola d’ordine è “calma”. Andiamo alla Jana Beach. C’è un bar/ristorante bellissimo dove mangio un’ottima tortilla vegana. La spiaggia è, neanche a dirlo, stupenda. Nel pomeriggio passeggiamo fino allo Scoglio di Peppino, al confine con Costa Rei, e poi ci divertiamo provando il sup di alcuni amici.
Per la nostra ultima cena sarda scegliamo una pizza da Maiori, un locale molto bello a Villasimius, tutto bianco e legno, in perfetto stile che a me ricorda l’eleganza minimal di Lanzarote (e come posso non amarlo? Del mio innamoramento folle ne ho parlato qui n.d.r.). È la conclusione perfetta per un viaggio che è stato un frullatore di emozioni, colori, sapori e chilometri.
Torniamo a casa con la pelle dorata, il sale tra i capelli e quella sensazione agrodolce di qualcosa di bellissimo che è già finito. Ma con una certezza: Sardegna, ci rivedremo presto.
E SE VIAGGIARE FOSSE ANCHE UN MODO PER TROVARE UN POSTO DOVE DESIDERARE DI FERMARSI ?
E così, mentre l’aereo decolla e l’isola diventa un puntino verde e blu, mi porto via più di qualche bella foto. Mi porto via una domanda, un sogno sussurrato davanti a vari tramonti color lavanda. Per un’anima irrequieta come me, che ha fatto del viaggio la mia meta e della scoperta la mia routine preferita, pensare di “mettere radici” è quasi un controsenso. Eppure, questa terra ci è riuscita. Mi ha fatto sognare per un attimo di vivere una vita più lenta, in una piccola casa con un terrazzo vista mare, con un orizzonte blu da guardare ogni giorno, certezza e promessa allo stesso tempo. Credo che sia proprio questo il più grande complimento che io possa fare a un luogo: desiderare di restare.
Forse è questo il vero lusso: non solo viaggiare, ma trovare posti che ci fanno sentire così vivi da voler fermare il tempo. Godiamocela, questa vita. Godiamoci la bellezza che ci circonda, che a volte dimentichiamo di avere, spesso anche a un passo da casa. E diciamocelo, avere un’isola così nella nostra Italia, un piccolo paradiso di vento, roccia e mare caraibico, dovrebbe riempirci tutti di orgoglio e farci sentire immensamente fortunati.
E voi? Siete mai stati in Sardegna? Avete un posto del cuore che vi ha fatto sognare di fermarvi? Raccontatemi tutto nei commenti, datemi i vostri consigli, condividiamo la meraviglia!
Ci sono buchi in Sardegna che sono case di fate, morti che sono colpa di donne vampiro, fumi sacri che curano i cattivi sogni e acque segrete dove la luna specchiandosi rivela il futuro e i suoi inganni. Ci sono statue di antichi guerrieri alti come nessun sardo è stato mai, truci culti di santi che i papi si sono scordati di canonizzare, porte di pietra che si aprono su mondi ormai scomparsi, e mari di grano lontani dal mare, costellati di menhir contro i quali le promesse spose si strusciano nel segreto della notte, vegliate da madri e nonne. C'è una Sardegna come questa, o davanti ai camini si racconta che ci sia, che poi è la stessa cosa, perché in una terra dove il silenzio è ancora il dialetto più parlato, le parole sono luoghi piú dei luoghi stessi, e generano mondi.
(Michela Murgia)
ISPIRAZIONI DI VIAGGIO
- Musica: Rotolando verso sud (Negrita) - che gli amici che sono stati con me in questo on the road erano con me anche al loro concerto anni fa. E tutto torna.
- Libro: Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell'isola che non si vede (Michela Murgia)
- Colore: banalmente ma inevitabilmente l'azzurro del mare, in tutte le sue sfumature
- Sapore: versate un po' si sapa su un pezzo di pane carasau e godetevi quel crock sotto i denti
