MAROCCO Un weekend lungo tra la magia di Marrakech, la brezza di Essaouira e le stelle del deserto di Agafay

GIARDINI MAJORELLE
Immaginatevi un cuore che dondola in altalena: su, in alto, si sentono i profumi di spezie e thè della medina di Marrakech. Corre indietro veloce, mentre si scorge  l’oceano dai bastioni di Essaouira. Poi c’è una pausa, nel silenzio del deserto di Agafay , ed infine di nuovo si libra nel cielo a ritmo di musica berbera, nei vicoli dei suk. Ecco, il mio weekend lungo a Marrakech è stato uno stupendo giro di giostra. 
 
Ma andiamo con ordine, che voglio essere certa di raccontarvi tutto per bene, lasciandovi ovviamente la voglia di vederlo coi vostri occhi e qualche spunto utile per  organizzare un viaggio qui.
 
ITINERARIO PER UN WEEKEND LUNGO IN MAROCCO 
📍Giorno 1. Marrakech:  Palazzo Bahia, Medresa Ben Youssef, Jardin Secret, a spasso per i suk della Medina
📍Giorno 2. Essaouira: gita in giornata con taxi privato, 3 ore di strada da Marrakech
📍Giorno 3. Jardin Majorelle e Museo Yves Saint LaurentDeserto di Agafay
📍Giorno 4. Piazza Jamaa El Fna, la moschea di Koutoubia ed i suoi bellissimi giardini.
MEDRESA BEN YOUSSEF
MARRAKECH | MEDRESA BEN YOUSSEF

QUATTRO GIORNI IN MAROCCO: SCOPRIRE MARRAKECH E I SUOI DINTORNI

GIORNO 1 |  ARRIVO A MARRAKECH, A ZIG-ZAG NELLA MEDINA, IL NOSTRO RIAD 
 
Sono le 9 di sera quando atterriamo a Marrakech, siamo stanchi e un po’ frastornati, e l’ultima cosa che avremmo voglia di fare è la fila lunghissima che ci attende al controllo passaporti, ma la vista del bell’ aeroporto Menara dal design futuristico ci consola. Scendendo dalla scaletta dell’aereo mi giro, guardo il sole che rosso si nasconde e mi si scalda il cuore: riecco qui quel cielo africano di cui mi innamorai in Sud Africa un paio di anni fa e che onestamente non mi aspettavo di ritrovare qui: l’arancio che piano piano si infuoca, visibilità a 360 gradi per un orizzonte così piatto, immagini intuibili, ma non nitide, a causa del caldo che offusca e dalla sabbia costantemente in sospensione.
Impareremo proprio stasera che alloggiare in un Riad (abitazione nobiliare tipica della Medina di Marrakech, n.d.r.) è un’idea bellissima, ma che non è mai possibile raggiungerlo comodamente in macchina, perché tra i vicoli della Medina le macchine non circolano (gli scooter e i motorini sì, e rischiano di farti male se non ti sposti per lasciarli passare, ma questa è un’altra storia…).
Il facchino del nostro Riad ci viene a prendere al limitare di Piazza Jamaa El Fna. Carica le nostre valigie dentro una specie di carriola, passa sotto a un arco che sembra un portale per una dimensione parallela ed inizia a zigzagare velocemente tra i vicoli brulicanti di colori, musica, caos, vita. Acceleriamo il passo anche noi per non perderlo di vista, e ci accorgiamo che le stradine vivaci piano piano finiscono, lasciando posto a un labirinto buio poco rassicurante. So per certo di non essere la sola del gruppo che si sta chiedendo con apprensione “ma dove siamo finiti!?“. Si ferma davanti a un portone di legno e ci sorride. È quello del Riad Yamina 52. Ci aprono e veniamo proiettati in un mondo completamente differente: pace, eleganza, solo lo scroscio dell’acqua della fontana nel patio centrale e la luce soffusa di candele e lanterne. È tardi ormai, ma sono gentilissimi e ci hanno aspettati per cena, è tutto molto buono.
Mi guardo intorno e mi sento felice, emozionata come quando so di essere in un luogo molto lontano dalle mie abitudini e dalle mie viste prospettiche solite, fisiche e mentali. Stasera sono Alice nel Paese delle Meraviglie.
MARRAKECH GATTI
 
 
GIORNO 2 | A SPASSO PER MARRAKECH TRA PALAZZI SONTUOSI E GATTI MONELLI
 
Stamattina per ottimizzare il poco tempo che abbiamo a disposizione, facciamo una visita guidata in italiano (qui il link per prenotarla).
Dopo una partenza travagliata con tanto di multa presa dal nostro autista in Piazza Jamaa El Fna (non abbiamo capito perché onestamente) andiamo a visitare Palazzo Bahia, un gioiello architettonico della fine del XIX secolo. Il suo nome significa “bellezza” o “splendore”, e non a caso! Passeggiare tra i suoi cortili lussureggianti, ammirare i soffitti in legno di cedro intagliato, le pareti adornate con stucchi e i pavimenti in zellige è un’esperienza mozzafiato. Ogni dettaglio è un inno alla maestria artigianale e all’opulenza. 
(Curiosità: lo sapevate che Bahia è il nome della moglie del re che gli ha dato il primo figlio maschio ? ) 
La Medersa Ben Youssef, che visitiamo subito dopo, è un’antica scuola coranica, un tempo la più grande del Marocco. Ricostruita splendidamente nel XVI secolo, ci accoglie con un maestoso cortile. Anche qui ogni superficie è un trionfo di stucchi finemente scolpiti, legni e intricate piastrelle colorate. Ha una bellezza davvero senza tempo ed è bello immaginare gli studenti che un tempo vivevano e studiavano qui, mentre si “spia” dentro a quelle che un tempo furono le loro stanze private.
 
Non posso non dirvi che, nonostante si tratti di due attrazioni imperdibili se verrete a Marrakech, dovrete inevitabilmente fare i conti con il sovraffollamento di visitatori che troverete e che vi impedirà di fare belle foto (perché ci sarà sempre qualcuno di troppo nella vostra inquadratura), ma non vi impedirà, se vorrete, di fermarvi qualche minuto ad ammirare con stupore quanta bellezza vi stia effettivamente circondando.
A pranzo ci fermiamo nel ristorante vegetariano La Famille Vi si accede da una piccola porticina che si affaccia su una delle tante vie caotiche di Marrakech. Attraversandola, si arriva al giardino interno dove ci sono i tavoli: un’oasi di pace ed eleganza. Il ristorante è gestito completamente al femminile. Nel menù pochi piatti, ma tutti molto originali e buonissimi, ottimo soprattutto se vi siete stancati di mangiare la solita tajne. Ve lo consiglio se volete fare un’esperienza originale a Marrakech, e siccome non è molto grande, vi consiglio anche di prenotare. Lo potete fare direttamente on line sul loro sito ufficiale. Vi ho messo il link appena sopra.
 
Nel pomeriggio ci addentriamo nuovamente nel suk, e mi perdo nell’abbondanza di colori e profumi. Mi incanta soprattutto la piazza davanti all’iconico Cafè des Espices, dove ci fermiamo a bere un caffè freddo osservando una moltitudine di oggetti in paglia, dai cactus ai paralume, alle sedie. Vorrei comprare tutto, fortuna che le dimensioni della mia valigia me lo impediscono.
MARRAKECH JARDIN SECRET
Passeggiando senza meta tra i suk, arriviamo al Jardin Secret, un’altra stupenda oasi di pace. Questo complesso, con una storia di oltre quattrocento anni, è stato splendidamente restaurato. Si divide in un giardino esotico, un tripudio di piante rare e lussureggianti da ogni angolo del mondo, e un giardino islamico, un inno alla geometria e alla simbologia. Passeggiare qui è come un viaggio nel tempo e nello spazio: un’occasione perfetta per rallentare.
 
Arriva ormai sera, e come succederà ogni giorno qui a Marrakech, siamo testimoni di una regola fisica: al calare del sole, sale il vento. Mentre la brezza mi accarezza le spalle, mi fermo a guardare incantata due gattini che giocano a nascondino in una bancarella di tappeti, poi vince la stanchezza e, passando attraverso una Piazza Jamaa El Fna che inizia a brulicare di bancarelle ambulanti che la trasformano in un immenso ristorante a cielo aperto, facendo attenzione a non disturbare né i cobra né i loro incantatori, rientro in camera. Il muezzin canta, dall’alto del minareto della moschea di Koutoubia, ed io sono pronta per addormentarmi.
 
 
 
 
 
GIORNO 3 | LA BREZZA DI ESSAOIURA, LE ACROBAZIE DEI GABBIANI (E QUELLE DEL MIO STOMACO)
 
Essaouira l’avevo vista solo in fotografia, e mi era sembrata troppo bella per non essere visitata. Dista tre ore di auto  circa da Marrakech, ma non mi sono lasciata demoralizzare dalla distanza ed ho cercato un servizio taxi privato che potesse accompagnarci e riportarci a casa. Trovo su TripAdvisor delle ottime recensioni di un tale Rachid, lo contatto facilmente via mail e accordiamo orari e un prezzo di 130 euro andata e ritorno che mi sembra onesto. 
 
Effettivamente il taxi è puntualissimo, ma l’autista è davvero scarso. Avete presente quella guida con un piede che accelera e poi frena un pochino costantemente? Moltiplicate queste accelerate e frenate per 3 lunghissime ore (che saranno anche 4 se aggiungiamo la tappa forzata che ci ha fatto fare in una cooperativa che raccoglie e lavora il famoso olio di argan) e capirete facilmente perché all’arrivo ad Essaouira, di fronte alla sua spiaggia immensa baciata dall’Oceano, tutto quello che ho provato è stato nausea e bisogno di respirare a fondo. C’è voluta una passeggiata abbastanza lunga a rimettermi in sesto, ma la vista del porto di Essaouira, e della sua moltitudine di barchette blu e gabbiani che volteggiano su quello che rimane del mercato del pesce mattutino mi ha aiutata molto.
LA MEDINA ARTE
 
Conosciuta come la “Perla Blu dell’Atlantico” o la “Città del Vento”, Essaouira è un sogno a occhi aperti, con un’atmosfera decisamente più rilassata di Marrakech. L’ aria è intrisa del profumo di sale, del richiamo dei gabbiani e del suono delle onde che si infrangono. 
Dal bastione del porto, si accede nel cuore della Medina di Essaouira, patrimonio Unesco. È una delle città più poetiche e romantiche che io abbia mai visto. Il blu e il bianco si susseguono, intervallati dal mattone a vista delle sue antiche mura, dalle quali ancora oggi la vista a picco sull’oceano toglie il fiato. Qui i negozi di artigianato, ceramiche e ovviamente souvenir si susseguono con costante eleganza, intervallati da bar e hotel di design, mentre moltissimi gatti sonnecchiano impavidi tra i vicoli fregandosene di chiunque gli passi accanto. Oltre le mura, c’è un vero e proprio mercato di carne, frutta, spezie… sembra popolato da molti locali e l’atmosfera che si respira è meno turistica e patinata, ma comunque molto bella.
 
Essaouira è blu “Marocco”, viola e arancio. I suoi muri bianchi e le finestre blu fronte oceano mi hanno portato alla mente la bellezza di Falassarna (Lanzarote), e così capisco che anche questa città me la stamperò come una cartolina e me la appenderò nella stanza del cuore dedicata al mondo bello, quello che esiste oltre il giardino di casa mia e che mi viene in soccorso quando ho bisogno di immaginarmi altrove. Mi è rimasto nel naso il profumo del mare, spero che possa rimanerci a lungo.
 
Attenzione: ci hanno detto che il migliore olio di Argan dal punto di vista qualitativo viene coltivato e lavorato proprio a Essaouira. Io non ho apprezzato l’imposizione della sosta, tuttavia se siete interessati ad acquistarne un po’ è proprio ad Essaouira che vi consiglio di farlo.
 
GIORNO 4 | IL BLU MAJORELLE, IL ROSSO DEL DESERTO DI AGAFAY
 
Vi sfido a trovare qualcuno che sia stato a Marrakech e non abbia visitato i Giardini Majorelle. E soprattutto, qualcuno che ne sia rimasto deluso. È impossibile, perché entrando qui dentro si viene letteralmente travolti da un’esplosione di colori e pace. Quest’oasi botanica, creata dall’artista Jacques Majorelle – e poi restaurata da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé, è un inno all’armonia. Qui, l’iconico blu Majorelle tinge ville e fontane, creando un contrasto vibrante con il verde lussureggiante di palme, cactus e piante esotiche da ogni angolo del mondo. Passeggiare tra i sentieri ombreggiati, ascoltando il mormorio dell’acqua, vi farà dimenticare il caos della città. È un luogo magico.
 
Il blu Majorelle, insieme al giallo limone e all’arancio acceso dei vasi e delle porte crea un quadro vivente, dove è impossibile non fermarsi a fare molte belle foto instagrammabili e altrettanti bei pensieri sulla fortuna di essere qui e di poter godere di tutto questo. 
 
Attenzione, trattandosi di una delle attrazioni principali di Marrakech, per evitare il sovraffollamento e garantire un’esperienza davvero piacevole, si può accedere solo su prenotazione per specifica fascia oraria, qui vi metto il link al sito, non dimenticatevelo! 
Proprio accanto ai Giardini Majorelle, potete visitare anche il museo Yves Saint Laurent, una perla per gli amanti della moda. Io ammetto di non essere un’esperta, ma ho riconosciuto alcune linee classiche ed intramontabili nelle quali si intuisce la forza innovatrice dello stilista. Anche qui l’ingresso è prenotabile on line allo stesso sito web dei giardini Majorelle che vi ho messo sopra.
A livello architettonico, l’ingresso del museo merita di essere visto, è davvero iconico! 
LAMEDINA DI MARRAKECH
 
I giardini Majorelle e il museo YSL si trovano nel centro moderno di Marrakech, dove si concentrano negozi di alta moda, ristoranti chic e ampi viali bordati da palme. Si trovano a pochi km dalla Medina, perciò per raggiungerli è consigliabile prendere un taxi da piazza Jamaa El Fna. Attenzione, contrattate prima il prezzo! 
 
Alle 16.00 partiamo per il nostro tour nel Deserto di Agafay. Lo abbiamo prenotato qui.
A parte l’ennesima sosta forzata in una cooperativa che produce olio di argan, quando arriviamo nel nostro campo tendato nel deserto roccioso di Agafay restiamo a bocca aperta per la vastità che ci circonda. Facciamo un divertente giro in quad di un’oretta riempiendoci di sabbia rossa e torniamo alla base giusto in tempo per ammirare il tramonto. Una carovana di dromedari si staglia all’orizzonte, permettendomi di scattare con gioia una foto molto marocchina. 
 
Ceniamo nel deserto con la solita tajine (la cucina marocchina è ottima dal mio punto di vista, ma non altrettanto varia….) e poi, quando cala il buio, ci godiamo uno stupendo spettacolo di giocoleria e sputa fuoco. È decisamente tardi, siamo stanchi e infreddoliti per l’escursione termica del deserto, ma felici di aver vissuto questa esperienza.
 
GIORNO 5 | SHOPPING, RELAX E RIENTRO A CASA
 
Stamattina ci prendiamo il nostro tempo e ci godiamo una ricca colazione sui divanetti del nostro Riad, poi facciamo una passeggiata con shopping nelle bancarelle di Piazza Jamaa El Fna. Trovate le tajine da portare ad amici e parenti, ci dirigiamo verso il parco pubblico che circonda la moschea della Koutoubia, che con il suo alto minareto è uno dei simboli più iconici di Marrakech, visitabile solo esternamente per i non musulmani. 
 
IL PORTO DI ASSAOUIRA
ESSAOUIRA VICOLO
ESSAOUIRA VICOLO
ESSAOIURA | IL PORTO, I VICOLI

L’ECO DI UN SOGNO MAROCCHINO

Ripensando all’ultimo tramonto africano che ha dipinto di rosso questa terra magica, il mio cuore si fa custode di un intreccio di sensazioni: resta con me il profumo inebriante delle spezie, la carezza del vento che racconta storie di dune e di mare, l’eco lontana delle musiche berbere.

Ogni passo, ogni sguardo, ogni esperienza mi ha arricchita di colori e suoni che ora danzano leggeri nella mia memoria. Sono promesse di un ritorno, o forse, semplicemente, la consapevolezza che certi luoghi non ti lasciano mai davvero, ma continuano a vivere, discreti e luminosi, nel profondo di noi.

Spero che questo racconto di viaggio in Marocco vi abbia ispirati almeno un po’. Se avete ricordi, domande o semplicemente vi va di condividere le vostre emozioni, lasciate un commento qui sotto! Vi leggo sempre con gioia.

CAMMELLI AL TRAMONTO

Davvero in quel momento mi sembrò di essere altrove, di aver raggiunto la meta del mio viaggio. Da lì non volevo più andarmene, ci ero già stato centinaia di anni prima, ma lo avevo dimenticato, ed ecco che tutto ritornava in me. Trovavo nella piazza l’ostentazione della densità, del calore della vita che sento in me stesso. Mentre mi trovavo lì, io ero quella piazza. Credo di essere sempre quella piazza.

ISPIRAZIONI DI VIAGGIO

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